Suggerimenti di lettura, idee, proposte intorno alla storia; fedeli all'indicazione di Marc Bloch: "Il bravo storico, proprio lui, somiglia all'orco della fiaba. Là dov'egli fiuta la carne umana, là egli sa che è la sua preda".

Max Mattei, Alunno di Maremma, Accademia Barbanera, 2020, p. 233.

Leggendo il lungo racconto di Mattei si torna immediatamente indietro nel tempo: le strade di paese, polverose e attraversate dallo scricchiolio delle ruote dei carri trainati dai buoi, i vecchi seduti sull'uscio delle case, il vociare e i profumi forti dell'osteria. C'è la Maremma degli anni Settanta, dei piccoli borghi dove il progresso faceva ancora fatica ad affermarsi, e l'arrivo di una nuova automobile era un evento eccezionale.

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 e Juri Meda: “La pratica educativa. Storia, memoria e patrimonio”, Edizioni Università di Macerata, 2020, p. 463.

Recentemente la Società Italiana per lo Studio del Patrimonio Storico-Educativo ha lanciato un appello affinché, nell’ansia di reperire nuovi locali scolastici a seguito dell’emergenza Covid-19, non venga disperso anche quel patrimonio culturale, fatto di documenti, archivi, collezioni, libri, ospitato in molte scuole italiane. Il rischio, per un patrimonio che non beneficia di particolari attenzioni da parte degli organismi governativi, è che venga gettata alle ortiche una parte importante della storia e della memoria delle scuole italiane: quaderni, vecchi banchi, alfabetieri, sussidiari, filmine… che raccontano un’esperienza vissuta da tutte le comunità, negli sperduti borghi di montagna come nelle grandi città.

Di questo inestimabile patrimonio ce ne offre un quadro ampio e approfondito il volume curato da Anna Ascenzi, Carmela Covato e Juri Meda: “La pratica educativa. Storia, memoria e patrimonio”, Edizioni Università di Macerata, 2020, p. 463.

 

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Anna Ascenzi, Drammi privati e pubbliche virtù. La maestra italiana dell'Ottocento tra narrazione letteraria e cronaca giornalistica, Pisa, Edizioni ETS, 2019.

L'epopea delle prime maestre dell'Italia unita attraverso il racconto, romanzato ma non troppo, dei grandi letterati dell'epoca. 

L'autrice esamina, con dovizia documentale, i resoconti giornalistici e le novelle di Matilde Serao, "Il romanzo di un maestro" (1890) di Edmondo De Amicis, "Il romanzo di una maestra" (1891) di Anna Fusetti e "Il romanzo d'una maestra" (1901) di Ida Baccini, delineando -al di là del ritratto bozzettistico - il profilo reale e sociale delle maestre elementari nell'Italia di fine Ottocento. 

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Paolo Rumiz, Il filo infinito, Milano, Feltrinelli, 2019.

Un grande storico del Medio Evo, Gioacchino Volpe, nel suo "Il Medio Evo" (1926), così descrive l'opera dei monaci, preziosa per la conservazione della tradizione e della cultura: "Quel che erano stati i Benedettini nei primi secoli del monachesimo sono ora [nel XVI secolo], con azioni assai più vive in un mondo che è tutto assai più vivo, i Cistercensi ed i cento e cento loro monasteri disseminati vicini alle città, o nelle campagne acquitrinose e boscose, ora da essi bonificate, o in lontane terre sopra cui l'Europa ora avanza, ampliando il suo cerchio".

È il cerchio intorno al quale cammina il bel libro di Paolo Rumiz, intersecato dal filo infinito della cultura monastica ed europea dei tanti monasteri e abbazie che l'autore ha visitato e di cui ci racconta l'anima nascosta dietro i robusti portoni. 

 

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Paolo Malaguti, Prima dell'alba, Vicenza, Neri Pozza, 2018.

 

La prima guerra mondiale vista dai fanti che stavano "alla fronte", sulla Piave, sul Tagliamento, nel fango delle trincee, senza falsi eroismi e retoriche gloriose.

Il racconto di Paolo Malaguti si sviluppa su due piani: la vita nella trincea e quegli assalti che diventavano una terribile carneficina; la misteriosa morte, giù da un treno, del generale Graziani, luogotenente della Milizia, militare inflessibile e spietato durante la Grande Guerra.

 

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Silvia Dai Pra', Senza salutare nessuno; un ritorno in Istria, Bari-Roma, Laterza, 2019.

Un po' memoir, un po' reportage, un po' storia familiare il libro di Silvia Dai Pra' è un viaggio realistico, un ritorno in Istria, aspro come lo sono le pietraie del Carso, ma leggero come la brezza del mattino che illumina le cose nascoste dalla nebbia.

 

Perché nonna Iole se n'era scappata dall'Istria e perché non voleva sentire parlare di titini e Jugoslavia e perché quello strano buon viaggio, "non mi salutare nessuno", quando la protagonista decide di andare in Istria?

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Paolo Maurensig, Il gioco degli dei, Torino, Einaudi, 2019.

Il gioco degli scacchi ha sempre fatto parte dei racconti di Paolo Maurensig, a cominciare dall'insuperabile Variante di Luneburg. 

Nel gioco degli dei la vita di Malik Mir Sultan Khan (scacchista realmente vissuto tra il 1905 e il 1966) si incontra con gli scacchi, per i quali, lui semi-analfabeta, aveva un talento eccezionale. Con l'aiuto del potente e ricchissimo Malik Umar Hayat Khan giunge in Europa dove si confronta con i più grandi maestri dell'epoca. Nel 1930 Sultan Khan sconfisse il grande campione Raùl Capablanca e vinse una serie di tornei prestigiosi, battendo i maestri più quotati; ma la sua condizione di indiano, con la pelle scura, lo tenne sempre ai margini del mondo scacchistico internazionale.

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Annette Hess, L'interprete, Vicenza, Neri Pozza, 2019.

"L'interprete" di Annette Hess, sceneggiatrice di serie tv, è il suo primo romanzo, ma è un romanzo che si intreccia con fatti storici ben precisi e reali: il processo contro i principali carnefici di Auschwitz tenutosi a Francoforte tra il 1963 e il 1965. Uno dei primi processi, i cui imputati erano criminali di primo piano, con cui la Germania ha cominciato a fare i conti con la propria storia nazista. Parte del romanzo si avvale della documentazione conservata nel "Fritz-Bauer-Institut" di Francoforte sul Meno: dialoghi originali, deposizioni, requisitorie del procuratore generale Fritz Bauer (bellissimo il film "Lo Stato contro Fritz Bauer", del 2015, ormai introvabile nelle sale italiane).

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Giordano Bruno Guerri, Disobbedisco. Cinquecento giorni di rivoluzione, 1919-1920, Milano, Mondadori, 2019.

Si legge come un emozionante, racconto l’ultimo lavoro di ricerca storica di Giordano Bruno Guerri, ricchissimo di annotazioni inedite che si avvalgono della puntuale documentazione degli Archivi del Vittoriale, di cui l’autore è presidente.

Il volume ripercorre i cinquecento giorni che seguirono l’Impresa di Fiume, cittadina di antiche tradizioni italiche, ma che il Trattato di Rapallo aveva assegnato al regno di Jugoslavia, dopo la prima guerra mondiale, “mutilando” la vittoria italiana. Una “vittoria mutilata” che d’Annunzio voleva vendicare restituendo, con un’azione poetica e guerriera, al regno d’Italia.

Ma l’Impresa di Fiume, dall’occupazione della cittadina da parte dei legionari il 12 settembre 1919 – quest’anno ne ricorre il centenario – fino al “Natale di sangue” del 1920, quando l’esercito regolare costrinse alla resa i ribelli, fu qualcosa in più di un’Impresa irredentistica e patriottica: diventò il laboratorio politico/sindacale per costruire una visione rivoluzionaria e nuova della società italiana.

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Edith Sheffer, I bambini di Asperger. La scoperta dell’autismo nella Vienna nazista, Venezia, Marsilio, 2018.

Un lungo, doloroso, viaggio dentro la psichiatria infantile austriaca durante il nazismo è quello raccontato da Edith Sheffer, ricercatrice presso l’Università della California. La Sheffer ripercorre le tappe della “pedagogia curativa” che si andava affermando nelle cliniche per l’infanzia di Vienna a partire dagli anni Trenta. 

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Giampaolo Pansa, La repubblichina. Memorie di una ragazza fascista, Milano, Rizzoli, 2018.

 

 

A Giampaolo Pansa va riconosciuto l’indiscusso merito di aver scandagliato, fra i primi, il mondo dei vinti al termine della guerra civile italiana. Il mondo di tutti quegli italiani che, dopo il 25 luglio 1943, non si sono arresi e non hanno cambiato bandiera per salire sul carro dei vincitori. Un arcipelago vasto che solo il giornalista Giorgio Pisanó aveva anticipato con i suoi articoli e i suoi saggi che, per primi, hanno smascherato i crimini e le nefandezze della cosiddetta “resistenza”.

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Rachel Kadish, Il peso dell'inchiostro, Vicenza, Neri Pozza, 2018.

 

Affascinante viaggio nel mondo anglo-ebraico del 1600 lungo un binario parallelo di narrazione che affianca la vita di Ester Velasquez (una giovane donna ebrea che, si scoprirà alla fine, dialoga con i grandi pensatori del suo tempo) e l'appassionata ricerca storica condotta dalla professoressa Helen Watt, nel 2000, con il suo assistente Aaron Levy.

 

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Ewan Clayton, Il filo d'oro. Storia della scrittura, Torino, Bollati Boringhieri, 2014.

Un affascinante viaggio nel mondo della scrittura, dai primi geroglifici egizi del 1850 a.C. fino alle espressioni virtuali dei giorni nostri, quello che il calligrafo e docente all'università di Sunderland (Inghilterra) traccia nel suo libro.  

 

La storia della scritta e del mondo che, da secoli, la circonda è analizzata con acume critico e raccontata con uno stile coinvolgente, mantenendo "una tensione creativa fra passato,  presente e futuro, senza troppe nostalgie per i tempi andati, né troppi entusiasmi per il moderno mondo digitale, che non va considerato come la risposta a tutti i mali (la tecnologia non ci salverà)"

 

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Wolfram Fleischhauer, Il bosco silenzioso, Roma, Emons, 2018.

Lettura estiva. Mettiamo subito in chiaro che si tratta di un romanzo (fatti e personaggi sono frutto dell'immaginazione dell'autore) non di un saggio storico. Ma la tematica proposta può suggerire spunti di riflessione anche per la ricerca storica italiana. 

Anja, giovane studentessa forestale, è sulle orme del padre misteriosamente scomparso nel 1979. Partendo dall'analisi geologica e stratigrafica del terreno, intorno al bosco di Haingries -nei dintorni di Waldmünchen, in Baviera - la ragazza nota qualcosa di strano e anomalo nel terreno che sembra celare la presenza di animali (o uomini ?) sotto la terra rimossa.

 

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Steve Sem-Sandberg, I prescelti, Marsilio, Venezia, 2018.

Il libro dello svedese Sem-Sandberg è uno di quelli che non vorresti mai finire di leggere: un po' perché ti aspetti un finale liberatorio che non può arrivare, un po' perché dopo essere entrato nel grigio dei corridoi dell'ospedale di Spiegelgrund fai fatica a lasciare lì quei bambini sofferenti e destinati quasi tutti ad essere torturati e uccisi. Il grigio è il colore prevalente del romanzo-ricostruzione storica.

 

 

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Lucia Menicocci, Giochi con le piante ...tanto tempo fa, Roma, Booklab, 2017.

Il bel libro di Lucia Menicocci ci riporta indietro nel tempo. Un tempo in cui, nelle campagne ma anche nelle città, il rapporto dei bambini con il paesaggio e gli elementi naturali era più diretto e quotidiano.

 

 

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Paolo Maurensig, Il diavolo nel cassetto, Torino, Einaudi, 2018.

Il diavolo che astutamente si confonde in mezzo alla gente, ci richiama alla banalità del male; anche in piccolo borgo montano dove l'ambizione letteraria sembra aver contagiato tutti gli abitanti.

I personaggi si muovono come su una scacchiera e non manca l'inaspettato scacco matto finale.

 

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Giampaolo Pansa, Il mio viaggio tra i vinti. Neri, bianchi e rossi, Milano, Rizzoli, 2017.

L'ultimo libro di Giampaolo Pansa è un lungo e intenso viaggio tra i sentimenti, i ricordi, l'anima del mondo dei vinti. Di quella parte d'Italia che, dopo la caduta di Mussolini, continuò - per molto tempo nelle catacombe della politica - a restare fedele agli ideali della propria gioventù.

 

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Philippe Sand, La strada verso est, 2017, Guanda, Milano.

Philippe Sand, avvocato che insegna al London College,  si mette sulle tracce di suo nonno Leon attraversando i drammi della seconda guerra mondiale, le persecuzioni degli ebrei, il processo di Norimberga.  Affrontando un tema squisitamente giuridico (la sottile differenza tra il concetto di "crimini contro l'umanità" e quello di "genocidio") l'autore ripercorre le vicende dei protagonisti del processo di Norimberga, in un intreccio appassionante con le vicende della propria famiglia e della Polonia. 

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Paolo Cognetti, Le otto montagne, 2016, Einaudi, Torino.

Un libro di montagna, ma anche di memoria.

La montagna è quella vera, non quella degli chalet illuminati e delle piste artificiali, quella dei sentieri nascosti e poco battuti, dell'odore del fumo dei camini accesi, del muschio umido sotto la rugiada del primo mattino.

 

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Mary Jane Cryan, Il palazzo dipinto, 2017, Archeoares, Viterbo.

Il titolo del libro è piacevolmente ingannevole perché non vi sono narrate soltanto le vicende del "palazzo dipinto" (palazzo Piatti, a Vetralla), ma contiene numerosi saggi - con taglio decisamente giornalistico - che ripercorrono alcune significative tracce di storia locale che, da Vetralla, si allargano all'intera Tuscia.

 

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Jan Tomasz Gross con Irena Grudzinska Gross, Un raccolto d'oro. Il saccheggio dei beni ebraici, 2016, Torino, Einaudi.

Il breve saggio storico analizza, partendo da alcuni fatti documentati, il saccheggio dei beni ebraici, in Polonia, durante le persecuzioni razziali e molto tempo dopo la fine della guerra. 

 

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Thomas Willard Robisheaux, L'ultima strega, 2011, Milano-Torino, Bruno Mondadori.

Da un racconto ascoltato, quasi per caso, durante un viaggio in Germania iniziano le ricerche di Robisheaux, professore di storia presso la Duke University.

La saga popolare della strega di Hűrden rivela un processo per stregoneria svoltosi nel 1672.

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