16 ottobre 1943, ore 5,15 di un mattino piovigginoso: i nazisti invadono le strade del Portico d’Ottavia e cominciano una spietata caccia all’uomo.
Alle 14 circa la retata finisce: 1259 persone vengono ammassate nel Collegio militare di Via della Lungara; dopo alcuni controlli, ne restano 1024. Il 18 ottobre i “rastrellati” sono caricati sui vagoni alla stazione Tiburtina e il 23 arrivano nel lager di Auschwitz. La maggior parte di essi muore durante il viaggio o subito dopo nelle camere a gas. Sopravvivono alla selezione 149 uomini e 47 donne: torneranno in 16, tra cui una sola donna.
Dopo il 16 ottobre, la polizia tedesca catturerà altri ebrei. Alla fine, i deportati di Roma saranno 2091, pari a un quarto dell’intera comunità ebraica.
La famiglia Fornari scampò a tale tragedia grazie all’aiuto spontaneo e gratuito di Derna Peruzzi e Saturno Cecchini. Lilly, allora bambina e oggi unica testimone, racconta di come, assieme ai genitori, ai nonni paterni e al fratellino Sergio, si trovasse a trascorrere il periodo estivo a Cura di Vetralla, in un appartamento che si affacciava sulla piazza principale del paese.
Nel settembre del ’43, gli ebrei furono privati anche della cittadinanza: non più cittadini, dunque, ma non-persone. Nonno Ottavio decise, così, di non fare rientro in città, nonostante avesse ricevuto l’ingiunzione, da parte dei proprietari, di lasciare l’appartamento.
Dove riparare? Conoscendone la fama di persona generosa e solida, chiese aiuto a Saturno Cecchini che, assieme alla moglie Derna e ai tre figli, viveva in un ampio casale, circondato da un vasto podere. La coppia non esitò ad accoglierli. I beni della famiglia furono nascosti in un lungo cunicolo che, dal forno, portava alla cantina e, di lì, in aperta campagna: in piena guerra, durante i bombardamenti, anche molti paesani vi troveranno riparo e salvezza. Vi fu una protratta e serena convivenza, finché accadde una delazione. Avendo intuito il pericolo, a sera, Saturno fece salire quella che ormai era una sola famiglia su un carro e, fingendo di trasportare merce, la condusse alla frazione Pietrara, presso una sorella. Tornò indietro da solo, preoccupato di cancellare qualsiasi traccia potesse rivelare la presenza dei suoi ospiti. La notte seguente, giunsero i perquisitori. La casa venne messa a soqquadro; razziarono cibo e vino, poi se ne andarono.
Su richiesta di Lilly, il 10 marzo 2015, Derna e Saturno Cecchini sono stati riconosciuti “Giusti fra le nazioni” e i loro nomi rimarranno per sempre incisi sul Muro dell’onore dello Yad Vashem, Istituto per la memoria dei martiri e degli eroi dell’olocausto. Giovedì 10 dicembre, nella sala del consiglio comunale di Vetralla, si svolgerà la cerimonia per la consegna delle onorificenze ai discendenti, alla presenza delle autorità locali e del ministro consigliere Rafael Erdreich, funzionario dell’Ambasciata d’Israele a Roma.
Simonpietro Cecchini
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